A metà circa dell’autografo dei corali di Lipsia troviamo alcune composizioni basate su uno stesso corale: tre versioni del corale Nun komm der Heiden Heiland (traduzione luterana dell’antico inno ambrosiano per il tempo di Avvento Veni Redemptor gentium); segue un secondo gruppo, che presenta tre elaborazioni di Allein Gott in der Höh sei Ehr (il Gloria luterano).
Come nei Kyrie della III parte della Clavierübung, pubblicati da Bach nel 1739, nel raggruppamento a tre a tre si può vedere un riferimento alla Trinità: nei tre Allein Gott in der Höh sei Ehr BWV 662-664 il canto fermo è presentato dapprima nella voce superiore, quindi nella voce di mezzo (Cristo mediatore fra cielo e terra) e da ultimo al basso, nel pedale (lo Spirito Santo, base e fondamento della fede e della chiesa). Anche nella terna dei Nun komm der Heiden Heiland il secondo corale (BWV 660) sembra alludere ad una strofa il cui testo è riferito alla figura di Cristo e il gruppo si conclude con un corale con canto fermo al pedale.
Nun komm der Heyden Heyland a 2 Clav. et Ped. BWV 659
Nun komm’ der Heiden Heiland der Jungfrauen Kind erkannt, des sich wundert alle Welt, Gott solch Geburt ihm bestellt.
Viene ora il Salvatore dei popoli il figlio della Vergine e tutto il mondo stupisce che Dio abbia voluto una tale nascita.
Su BWV 659 ho già pubblicato un articolo (qui: https://lorenzoghielmi.com/nun-komm-der-heiden-heiland-bwv-659-quando-la-musica-diventa-poesia/)
Trio super Nun komm der Heyden Heyland a due Bassi e canto fermo. BWV 660
Forse questo corale organistico è la trascrizione di un movimento di cantata, composto per due viole da gamba e soprano. E’ l’unico corale di cui si conserva anche l’autografo della prima versione, composta a Weimar: il confronto con questo manoscritto è interessante perché chiarisce alcuni problemi testuali e presenta piccoli dettagli (ornamenti e legature) leggermente differenti dalla versione dell’autografo di Lipsia.
Due voci quasi identiche – due bassi – si inseguono, mentre il corale nel soprano è ornato da abbellimenti spigolosi e veloci. Bach combina mirabilmente la forma del corale in trio e del corale ornato.
La composizione sembra tradurre in musica le parole della sesta strofa del corale:
Der du bist dem Vater gleich, führ hinaus den Sieg im Fleisch, dass dein ewig Gottesgewalt in uns das krank Fleisch enthalt.
Tu che sei uguale al Padre, conducici alla vittoria sulla carne, perchè la tua forza divina ha dato a noi anche un corpo malato.
Le due voci basse, spesso in canone, simboleggiano la similitudine fra Padre e Figlio. Il carattere duro e dissonante del brano sottolinea la battaglia fra lo spirito e la carne.
Per l’esecuzione di questo corale è importante utilizzare, per il pedale e per la mano sinistra, una registrazione simile (senza quindi 16′ al pedale!). Principale 8′ e Ottava 4′ formano, su molti organi, la registrazione più efficace (Johann Sebastian Bach stesso ci suggerisce di utilizzare questa registrazione per imitare il violoncello, nel concerto Bach-Vivaldi BWV 596).
Nel manoscritto più antico i due accordi di batt. 15 e 42 sono arpeggiati (esattamente così li suonerebbe un violista da gamba); inoltre l’accordo finale è maggiore. La mancanza del segno di arpeggio e del bequadro nell’autografo di Lipsia è probabilmente dovuta solo a mancanza di spazio: Bach lo aveva calcolato male e la riga del pentagramma era finita!
Nun komm der Heyden Heyland in Organo pleno, canto fermo in Pedal. BWV 661
Il testo del corale Nun komm der Heiden Heiland si chiude con la dossologia: l’ultima strofa è la triplice lode al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Anche Bach chiude questo suo ciclo gloriosamente, in Organo pleno.
Come detto sopra, il numero tre allude alla Trinità; la terza elaborazione è dunque legata dunque alla terza persona. Come nel primo corale della raccolta, il Veni Sancte Spiritus BWV 651, il canto fermo si presenta al pedale in note lunghe e possenti e le figurazioni al manuale ricordano le fiamme della Pentecoste.
La struttura generale è legata alle 4 righe del canto fermo. Alla battuta 45 (a metà del brano, dopo le prime due righe del canto fermo), il soggetto iniziale, elaborato dalle voci del manuale in maniera fugata, si presenta a moto contrario:
Verso la fine del brano (batt. 81) i due soggetti a moto retto e a moto contrario sono combinati fra loro: per l’ascoltatore è la linea del pedale che predomina ma, in realtà, la scrittura del manuale è ricca di motivi ed estremamente interessante e studiata!
Allein Gott in der Höh sey Ehr a 2 Clav. et Ped. canto fermo in Sopr. BWV 662
Allein Gott in der Höh sei Ehr und Dank für seine Gnade, darum, dass nun und nimmermehr uns rühren kann kein Schade. Ein Wohl gefalln Gott an uns hat, nun ist gross Fried ohn’ Unterlass, all Fehd hat nun ein Ende.
Solo a Dio la gloria nell’alto dei cieli e grazie per la sua bontà, poichè da ora e per sempre nessun male può colpirci. Dio ci ha dato un dono, sarà pace per sempre e sarà la fine di ogni tribolazione.
Una luce di serenità splende su questo corale, contrassegnato da Bach con la dicitura “Adagio”. Più che al carattere solenne e trionfale tipico del Gloria (Allein Gott è il Gloria luterano) l’atmosfera sembra rimandare al Natale dove, nel presepe, gli angeli cantano “Gloria in excelsis” e annunciano “pace in terra agli uomini di buona volontà”.
Allein Gott in der Höh sey Ehr a 2 Clav. et Ped. canto fermo in Tenore. BWV 663
O Jesu Christ, Sohn eingeborn deines himmlischen Vaters, Versöhner der’, die war verlorn, Du Stiller unsers Haders, Lamm Gottes, heiliger Herr und Gott, nimm an die Bitt von unsrer Not: erbarm dich unser aller.
O Gesù Cristo, figlio unigenito del tuo Padre celeste, riconciliatore di coloro che si erano perduti, tu che acquieti le nostre liti, Agnello di Dio, santo Signore e Dio, accetta le preghiere di noi nel bisogno: abbi pietà di noi.
La melodia del corale viene collocata da Bach nella voce mediana, nella tessitura del tenore: un’allusione a Gesù Cristo, mediatore fra cielo e terra. Il carattere della composizione è sottolineato dalla dicitura autografa cantabile, prezioso suggerimento per l’interpretazione dei numerosi passaggi espressivi, affidati alla mano sinistra.
In corrispondenza delle parole del testo “accetta le preghiere di noi nel bisogno” le parti di accompagnamento tacciono e la voce solista si leva in un gesto di implorazione. La scansione del tempo si interrompe e la dicitura Adagio sottolinea la libertà con cui va interpretata la cadenza della voce solista. Lo studio della versione composta a Weimar (BWV 663a) ci aiuta a scoprire un dettaglio interessante: quando le voci riprendono Bach scrive, in questa prima versione, la parola Andante; grazie a questa prima versione possiamo scoprire dunque dove esattamente va ripresa la scansione ritmica e che il “tempo primo” è un’ Andante.
I tre corali BWV 662-664 presentano una progressione nel loro andamento: Adagio il primo, Andante il secondo e Allegro il terzo. Se lette in chiave trinitaria le tonalità (La maggiore, Sol maggiore, La maggiore) rappresentano la discesa di Gesù in terra.
Trio super Allein Gott in der Höh sey Ehr a 2 Clav. et Ped. BWV 664
Dalle note iniziali del corale Bach ricava un tema che elabora in maniera concertante, proponendolo alle due voci manuali e al pedale. La scrittura in trio è, fra tutte le forme utilizzate da Bach, la più moderna e innovativa. Spesso questo corale è paragonato alle Sonate in trio e non raramente figura come brano d’obbligo nei concorsi d’esecuzione organistica.
Particolarmente difficili sono le esecuzioni delle catene di trilli, alle battute 39 e 60. Questi ornamenti vanno eseguiti, seguendo le indicazioni di Carl Philipp Emanuel Bach, senza interruzione del trillo. I trilli, a partire dal secondo, iniziano con la nota reale e non con la nota superiore. L’ultimo dei trilli ha o una piccola fermata (Point d’arrêt) o la risoluzione.