La mia storia

Accanto al curriculum vitae professionale – quello che, per intendersi, usano le stagioni concertistiche e che trovate qui accanto nelle varie lingue – mi sono divertito a scrivere due righe su quella che è la mia storia musicale.

Per un musicista la storia musicale coincide spesso con la vita stessa: pur senza voler compilare “le mie memorie“, racconto qui di seguito, in maniera un po’ meno formale, la mia esperienza nel mondo della musica.

Gli inizi

Ho iniziato a suonare il pianoforte a sei anni. Non ero Mozart. Semplicemente i miei genitori pensarono che anch’io potevo dedicare ogni settimana mezz’ora alla musica, anche perché un’insegnante di pianoforte veniva già a casa nostra per dare lezioni a mia sorella maggiore. Trovavo il tutto abbastanza noioso: la mezz’ora rimaneva l’unica mezz’ora in cui, nella settimana, toccavo il pianoforte.

L’organo

A dodici anni, durante le vacanze estive in un paesino di montagna, entrando in chiesa sentii l’organo che suonava: mi avvicinai e l’organista, molto gentile, mi chiese se sapevo cos’era un organo e se mi interessava; alla mia affermazione di saper suonare il pianoforte mi propose di provare a suonare l’organo…l’anno dopo ero iscritto alla Scuola Civica di Musica di Milano nella classe d’organo. Ai miei genitori, infatti, avevo detto che non volevo più continuare con l’insegnante di pianoforte, ma volevo invece passare all’organo.

Casualmente, nel nostro stesso condominio a Milano, abitava il Maestro Mario Rossetti, insegnante in Civica: ormai anziano, non aveva molti allievi. Mi ritrovai iscritto senza neppure sostenere l’esame d’ammissione.

Con il Maestro Rossetti iniziai dunque lo studio dell’organo, nello stile del “legato assoluto“, ancora in voga all’epoca: il primo esercizio consisteva nella sostituzione muta di tutte le dita, esercizio che apre il metodo Bossi-Tebaldini.

Contemporaneamente il Maestro De Francesco, anziano insegnante di pianoforte complementare, iniziò a reimpostare la mia tecnica casuale e disordinata.

Il Maestro Rossetti morì improvvisamente, colto da infarto mentre suonava ad una Messa nella chiesa del Redentore a Milano. Lo sostituì il Maestro Enzo Corti, assai più giovane e di vedute più moderne. Sotto la sua guida feci l’esame di compimento inferiore (il cosiddetto quinto), il cui programma comprendeva, accanto ai primi esercizi all’organo, molta musica per pianoforte. Visto il mio impegno su questo strumento, fu lui che mi consigliò di sostenere, come privatista, anche l’esame di quinto di pianoforte.

Lucia Romanini e il pianoforte

Prima dell’esame mi ascoltò anche Lucia Romanini, forse la migliore insegnante della Scuola Civica. Mi incoraggiò e mi propose di entrare nella sua classe. Fu così che portai avanti parallelamente gli studi di pianoforte, di organo e composizione organistica. Contemporaneamente frequentavo il Liceo scientifico.

La professoressa Romanini era una forza della natura: sapeva infondere la voglia di studiare e il coraggio di affrontare sempre nuove difficoltà. La sua capacità didattica rimane per me impareggiabile, non per la preparazione accademica ma per il suo carattere generoso e trascinante. Devo soprattutto a lei se sono riuscito ad aver fatto della musica la mia professione; il suo solo dispiacere era che io, da sempre, pur amando il pianoforte, sapevo che non avrei fatto il pianista.

Durante il corso di studi, per ben due volte suonai come solista con un’orchestra: il concerto in sol maggiore di Mozart, con l’orchestra dei Pomeriggi musicali, e il secondo concerto di Beethoven con l’orchestra del Conservatorio di Piacenza. La professoressa Romanini si era trasferita al Conservatorio di Piacenza ed io l’avevo seguita per completare con lei gli studi. Mi diplomai con dieci e lode: la Sonata op.109 di Beethoven e i Quadri di un’esposizione di Mussorsgky, li ho ancora vivi nella memoria.

La musica antica

Intanto continuavo gli studi d’organo e, senza sapere perché, iniziavo ad appassionarmi alla musica antica. Registravo su cassette le musiche del rinascimento e del barocco, trasmesse dalla filodiffusione. Chiesi in regalo, per Natale, un giradischi; primi due dischi furono i corali di Lipsia, suonati da Marie-Claire Alain, e i concerti per violino di Bach con i Musici.

Nel 1979, all’interno della Scuola Civica, venne istituzionalizzata una sezione per lo studio della musica antica: fui il primo iscritto alla classe di clavicembalo con il professor Francesco Degrada, musicologo da cui forse non imparai molto riguardo al clavicembalo, ma che mi stimolò nel campo musicologico, mi incoraggiò ad imparare le lingue (inglese, tedesco e francese) e a leggere molto. L’anno seguente il professor Degrada cedette il posto a Laura Alvini, clavicembalista legata alla nuova corrente interpretativa degli “strumenti originali“. Fu grazie a questi anni di studi che misi i presupposti per partire più tardi, appena conseguiti i diplomi italiani, per la Schola Cantorum di Basilea.

Avevo nel frattempo partecipato ai primi concorsi d’organo e conseguito il 3° premio a Spoleto e, nel 1980, il 3° premio a Roma. In questo concorso, con finale sull’organo elettrico del Conservatorio, fui premiato accanto a Paolo Crivellaro e ad Andrea Marcon: da quel giorno siamo rimasti amici oltre che colleghi. Ancora oggi, quando ci incontriamo, ricordiamo ridendo le disavventure del concorso romano, organizzato in maniera approssimativa, in cui i candidati non sapevano fino all’ultimo su quale strumento si sarebbero svolte le prove.

Basilea

A Basilea ho studiato per tre anni con Jean-Claude Zehnder: persona tranquilla e metodica che mi stimolò a scoprire le particolarità del repertorio antico dell’organo.
Iniziai anche a suonare con altri musicisti: con Bruce Dickey, cornettista e Jaap Schroeder, violinista. Ambedue erano insegnanti alla Schola e per me, giovane studente, fu un grande onore tenere concerti con loro. La Schola mi fece scoprire la dimensione internazionale del mondo musicale e l’importanza di conoscere il repertorio di tutti gli strumenti, non solo quello organistico.

Milano

Decisi però che avrei vissuto a Milano. Il 17 novembre 1984 sposai Elisabetta e iniziai ad lavorare alla Scuola Civica come insegnante di pianoforte complementare.
Fondai un gruppo di musica barocca con Giovanni Antonini, allora giovanissimo flautista dolce e compagno di studi in Civica, e con Paolo Beschi, violoncellista di Como: l’avventura del Giardino Armonico iniziò da qui e per me fu un periodo di grande crescita.

Nel 1991 decisi però di lasciare il gruppo. Molte cose erano avvenute nella mia vita: erano nati i primi tre figli (Martino, Benedetto e Lucia a cui seguirono Bernardo e Anna Maddalena); nel 1990 si era realizzato il sogno di un grande organo per la musica di Bach a Milano: l’organo Ahrend della Basilica di San Simpliciano. Questo progetto mi aveva visto partecipe come esperto ed era arrivato il momento di scegliere se dedicarmi di più all’organo o al gruppo che, nel frattempo aveva avuto contatti con la casa discografica Teldec e iniziava ad avere un’attività concertistica assai intensa (il nostro motto stava diventando “Su e giù dagli aerei“).

Ancora concorsi

Nel 1983 e nel 1985 avevo vinto due concorsi internazionali d’organo ad Innsbruck e Groningen. La giuria di Innsbruck era composta da Gustav Leonhardt, Luigi Ferdinando Tagliavini, Michael Radulescu, Jean-Claude Zehnder, Herbert Tachezi. Iniziavo ad avere sempre più contatti e richieste di concerti, anche perché l’unico organista italiano di fama internazionale, Luigi Ferdinando Tagliavini, non stava bene e spesso doveva rinunciare ai suoi impegni.

Fui chiamato a sostituirlo in alcuni corsi (compresi bene in quel momento quanto era stato importante lo studio delle lingue straniere) e nel 1990 fui chiamato a sostituirlo nella giuria del concorso di Tolosa. Fu per me la prima volta in un concorso dall’altra parte della barricata; l’inizio di una lunga serie: Tokyo, Norimberga, Chartres, St.Albans, Lipsia, Maastricht, Bressanone…per nominare solo i più importanti.

Registrazioni discografiche

Avevo dedicato alla musica italiana le prime registrazioni. Nel 1991 registrai un Cd sull’organo Ahrend, con musiche di Johann Sebastian Bach, per la casa discografica tedesca Harmonia Mundi. Il Cd ebbe un grande successo e da quel momento iniziai ad essere chiamato anche come interprete di Bach.

Insegnante

Ho tenuto corsi in quasi tutti gli stati europei e in molte istituzioni prestigiose: dall’Accademia estiva di Haarlem al Conservatorio superiore di Parigi, dall’Hochschule di Lipsia o di Stoccarda al Conservatorio di Cracovia e a quello di Mosca.

Dal 1994 avevo iniziato a far parte della sezione di musica antica della Scuola Civica di Milano, dove tuttora insegno. Parallelamente avevo iniziato ad insegnare nelle Hochschule tedesche di Trossingen e di Lubecca. Dal 2006 al 2016 ho ricoperto infine la cattedra d’organo alla Schola Cantorum di Basilea.

Progetti

La mia vita musicale è sempre stata puntualizzata da progetti particolari: dalla ricostruzione di un pianoforte Silbermann (costruito da Andrea Restelli nel 1996), alla scoperta di un’inedita Passio secundum Joannem del musicista napoletano Francesco Feo (1691-1761), che ho portato in tournée nel 2009 in tutta Europa.
Più recentemente mi sono interessato alla ricostruzione dei mottetti di Frescobaldi (musica che ci è giunta in maniera frammentaria) e al completamento di alcuni frammenti per organo di Johann Sebastian Bach.

Organaria

La passione per l’arte organaria mi ha portato a spendere molte ore negli archivi, alla ricerca dei documenti relativi all’arte organaria milanese del Cinquecento e del Seicento, non ancora studiata.

Ho collaborato più volte con diversi organari nella costruzione di nuovi organi: in particolare con la ditta Mascioni, con Giovanni Pradella, con Marco Fratti, con la ditta Lanzini-Dell’Orto. Fra gli strumenti più importanti ricordo quello per la Cattedrale di Tokyo e il restauro degli organi Antegnati di Almenno San Salvatore e di Peglio.

La Divina Armonia

Nel 2005 ho fondato l’ensemble «la Divina Armonia»: la voglia di suonare insieme agli altri è sempre stata per me un contrappunto alle ore trascorse da solo sulla cantoria dell’organo…

Con questo gruppo ho vinto più volte il Diapson d’or, ho inaugurato il Festival di Utrecht, ho collaborato con i Tölzerknabenchor e con il Collegium vocale di Salisburgo. Con loro sono stato in quasi tutti i paesi europei e in Giappone.
Molte volte ho suonato con mio fratello Vittorio, professore di viola da gamba al Mozarteum di Salisburgo e sempre più spesso suono con Anna Maddalena, la più giovane dei miei figli, violinista.

Chi ha letto fino a qui, senza troppo annoiarsi, può curiosare fra le pagine del sito fra la discografia, le pubblicazioni e la pagina dedicata al mio ensemble per completare il quadro della mia vita musicale.